Annarita Picariello: “Un sorriso è già una porta spalancata”

“Chi entra alla Caritas ha spesso problemi molto più grandi dei nostri. Accoglierli con un sorriso è già un modo per dirgli: non sei solo.”

Annarita ha 24 anni, vive ad Avellino e studia Lingue e Culture Straniere all’università di Napoli. Il volontariato fa parte della sua vita da tempo: prima attraverso la parrocchia  Sant’Alfonso Maria de’ Liguori al rione San Tommaso di Avellino, poi con la pastorale giovanile redentorista. Tanti i momenti comunitari vissuti dalla studentessa, come quando, nel giorno della vigilia di Natale, insieme agli altri giovani si dedicava alla preparazione della mensa per le persone più fragili.

Ma è nel corso del servizio civile che il legame con la Caritas di Avellino si rafforza.
“C’era bisogno urgente di una mano per preparare i pacchi alimentari. Non ho avuto dubbi: ho dato subito la mia disponibilità. E da lì è cominciato un anno intero da volontaria, ogni lunedì per un’ora e mezza.”

Il suo compito principale è nella preparazione dei pacchi viveri: un lavoro che richiede metodo, attenzione e cura.
“Lavoriamo seguendo un database che tiene conto del numero di componenti di ogni nucleo familiare. C’è il pacco base, e poi un pacco aggiuntivo quando possibile. La composizione cambia anche in base alle disponibilità dei prodotti. È tutto molto standardizzato, è vero, ma c’è anche molta umanità nel lavoro che facciamo”.

Proprio nell’aspetto umano Annarita ha trovato la parte più bella di questa esperienza.
“All’inizio c’erano tante volontarie anziane che ci aiutavano nella preparazione dei pacchi. Ci piaceva immaginare i volti di chi avrebbe ricevuto quei pacchi. A volte, senza sapere chi fossero, pensavamo: ‘Magari in quella famiglia ci sono tre bambini’. E allora mettevamo qualche biscotto in più. Immaginavo il loro sorriso e questo bastava a rendere speciale anche il più piccolo gesto.”

Per Annarita, la forza dei giovani nel volontariato è in questa capacità di coinvolgere, di dare energia, di fare la differenza anche con un gesto semplice.
“Se ci fossero più giovani impegnati in Caritas, questa realtà sarebbe ancora più vitale. Noi abbiamo carisma, voglia di fare, sappiamo strappare un sorriso anche nei momenti difficili. Possiamo aiutare non solo nel pratico, ma anche nell’ascolto.”

Non a caso, il progetto che sente più vicino si chiama “Dalla parola ai fatti”: l’idea che le parole belle devono trasformarsi in azioni concrete.
“Questa realtà può sembrare lontana, ma è più vicina di quanto si pensi. È qui, nella nostra città. Tante persone che conosciamo passano dalla Caritas. Perché non dare una mano anche noi?”

Il volontariato, per lei, è un’esperienza che forma e trasforma.
“È crescita. È imparare a guardare gli altri con occhi diversi. Non c’è un’età giusta per iniziare. C’è solo la voglia di mettersi in gioco. Io credo che continuerò. Anche perché faccio parte di altre associazioni e sento che questo percorso è ormai parte di me.”

C’è un episodio che porta con sé con particolare affetto. Una signora, non della zona, aveva bisogno di vestiario. Annarita la accoglie con garbo, le dà indicazioni, la orienta. La signora le stringe la mano e la ringrazia infinitamente.
“È stato un momento semplice, ma vero. In quegli occhi ho visto gratitudine autentica. E per me è bastato quello.”