I centri di ascolto

I centri di ascolto

Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell'oceano.
Ma se questa goccia non ci fosse, all'oceano mancherebbe.
Importate non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo;
bisogna fare piccole cose con grande amore.
Per noi nessun uomo è troppo misero per non essere l'immagine di Dio.
Non si possono amare due persone in maniera totale; ma si possono amare
le persone in maniera totale se in tutte si ama Gesù.
Non vedo il povero, ma vedo Gesù che soffre nel povero e dice:
“Avevo fame e mi avete dato da mangiare...”
Non sono io che ho dovuto trovare Gesù. È  lui che ha trovato me.

La Comunità Ecclesiale è fortemente impegnata nella pastorale di animazione con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. Le iniziative di formazione intraprese in questi anni hanno mirato a rafforzare una visione teologica e più ecclesiale della carità, liberandola dalla diffusa identificazione con la beneficenza e/o l’assistenzialismo.

La Caritas Diocesana continua ad offrire un metodo: Ascoltare – Osservare – Discernere e dei luoghi privilegiati di servizio al territorio: i Centri di Ascolto; luoghi di coinvolgimento e di promozione: le Caritas parrocchiali, con cui le comunità ecclesiali possano modulare organicamente il loro operare quotidiano in una pastorale integrata.

Una Caritas diocesana a servizio che accompagni, aiuti e formi deve assolvere a tre attenzioni prioritarie:

1.      La costituzione di un riferimento – luogo diocesano di documentazione che fornisca materiale, studi, letture del territorio, al fine anche di aiutare il tessuto sociale ed ecclesiale ad una continua apertura verso i volti del territorio e del mondo ed a un continuo ascolto verso il bisogno;

2.              Una presenza diocesana di presa in carico del territorio e dei problemi, spesso complessi, che lo caratterizzano;

3.             La capacità di progettare ed avviare un luogo di formazione diocesano degli incaricati e dei ministri che le varie realtà locali destinano a questo ministero ecclesiale.

L’impegno del volontariato nei nostri servizi è un obiettivo fondamentale di testimonianza ecclesiale, che ne giustifica anche l’impegno della Chiesa (funzione pedagogica). Ogni servizio deve garantire proposte di impegno “esclusivo” e programmi di presa in carico per i volontari che ad essi afferiscono. L’esperienza di questi anni ci ha dimostrato quanto sia stato importante per molti volontari aver avuto da noi questa possibilità. E’ opportuno, però, che sia sempre assicurata anche a loro una fraterna accoglienza (evitare di spegnere gli entusiasmi prima di aver visto operare) e un percorso di accompagnamento.

L’obiettivo primario del C. di A. è quello di: ascoltare i bisogni della gente; accompagnare in percorsi di riabilitazione e di promozione umana; supporto spirituale e aiuto materiale.

 Formazione

La complessità a cui vengono chiamati gli operatori dei C. di A. della Caritas nell’affrontare situazioni di disagio, nell’ottica della multidimensionalità, impone la scelta di una formazione appropriata in grado di fornire strumenti necessari per entrare in relazione con l’altro.  A tutti gli operatori dei vari centri è garantita, da parte del settore formazione della Caritas, un’adeguata preparazione al compito da svolgere, principalmente per coloro i quali si accingono a prestare la loro opera nei C. di A. diocesani, foraniali, zonali e parrocchiali; a questi e a tutti gli altri, è offerta una formazione permanente tramite seminari, ritiri e incontri diocesani e nazionali. I programmi formativi hanno, pertanto, le seguenti caratteristiche:

•   un corso per i nuovi operatori calato sulle motivazioni del servizio e sul progetto della Caritas diocesana (metodo: ascoltare, osservare e discernere) a cura della Caritas diocesana;

• un corso di accompagnamento per gli operatori già in servizio calato su un accompagnamento e verifica del lavoro del gruppo, sull’approccio, l’empatia e il barnaut a cura di un consulente qualificato (supervisore) – che articolerà un percorso di accompagnamento e di supervisione, anche singolarmente per ogni operatore;

•   un corso tecnico per tutti gli operatori calato sul progetto “rete C. di A.”, la compilazione della “scheda”, la legislazione sociale e sulla normativa della Privacy a cura dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse.